sabato 16 marzo 2013

Torino tra il 1700e il 1800


Torino sotto il regno di Carlo Emanuele III, che morì il 20 febbraio del 1773, migliorò il suo aspetto e ampliò la sua estensione. La città era ordinata, pulita, tranquilla, anche troppo tranquilla, alcuni visitatori stranieri dell’epoca affermarono che di sera la città era silenziosa come un…cimitero. Una cosa scandalizzava italiani e stranieri di passaggio a Torino: la passione per il gioco d’azzardo. Nelle ore notturne Torino rimaneva illuminata con i lampioni ad olio, cosa che non accadeva neppure nella celebre “Ville Lumière”.

Nel 1708 era stato istituito un servizio medico gratuito a domicilio e nel 1727 venne aperto il primo ospedale psichiatrico a domicilio.

Nel 1740 venne inaugurato il Teatro Regio, progettato da Benedetto Alfieri e costruito nel tempo record di due anni.

La vita torinese girava intorno alla Corte, la quale era ambita da tutti i borghesi. Essere ammessi nella cerchia della Corte era segno di nobiltà e coloro che non riuscivano ad essere ammessi per meriti personali si affidavano alla corruzione. A dire il vero neppure Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III (suo successore) badavano troppo alle qualità intellettuali e spirituali dei nobili e vendevano i titoli nobiliari, ricchi mercanti, rozzi e villani partecipavano così alla vita di Corte.

Accanto all’attività scientifica dell’Accademia, Torino era pervasa da un’altra febbre, quella delle logge massoniche. Comparsa la prima nel 1760 ben presto furono numerose e frequentate dalla miglior società torinese che si appassionava al moderno movimento ideologico. Le logge massoniche saranno i primi cenacoli rivoluzionari che diffonderanno in Torino e nel Regno di Sardegna i fermenti della Rivoluzione Francese.

Vittorio Amedeo III mentre propose a tutti gli Stati italiani una lega intesa a preservare i propri territori dalla rivoluzione , accolse numerosi fuggiaschi transalpini tra i quali i due fratelli del re di Francia. Intanto la Savoia aveva aderito al governo della Francia repubblicana e a Torino disordini popolari dimostravano come l’atmosfera fosse inquieta. La Francia guardava al Regno Sardo come ad una facile preda. Vittorio Amedeo III tentò di provocare un fronte unico di tutti gli Stati italiani contro l’incombente pericolo francese ma tutti i governi rifiutarono. I Piemontesi si dimostrano, in occasione di questo conflitto particolarmente valorosi, basti dire che nella campagna del 1793 non vi fu nessun disertore nell’esercito sabaudo. I Francesi continuarono ad avanzare e si impadronirono di tutti i valichi montani. L’esito sfortunato delle varie battaglie portò il terrore in Torino, si temevano i francesi come dei sanguinari, e a VTTORIO Amedeo III non rimase che piegarsi ad un armistizio che venne firmato il 28 Aprile 1796 a Cherasco. Il 3 luglio 1798 i francesi occupano Torino, Carlo Emanuele IV negò ai francesi di poter utilizzare l’arsenale torinese e venne costretto ad abbandonare la corona raccomandando ai suoi sudditi l’obbedienza agli invasori.

Venne istituito dai francesi un governo provvisorio, la Repubblica era rinnovamento e tutto doveva cambiare, quasi tutte le vie e le piazze cambiarono nome, il calendario prese le festività francesi e anche nel vestire i Torinesi si videro costretti a seguire la moda francese. Gli uomini si ornarono di berretti rossi e fasce tricolori e le donne si misero al collo il nastro rosso della ghigliottina.

Il 22 giugno del 1800 Napoleone Bonaparte fu di passaggio a Torino e il 12 aprile 1801 il Piemonte Occidentale veniva annesso alla Francia e Torino riprendeva funzione di capoluogo del Dipartimento del Po. Vennero istituite borse di studio, si creò una scuola di medicina e chirurgia ostetrica, si arricchì la Biblioteca Universitaria, si riordinò l’Accademia della Scienze ammettendovi studiosi di ogni idea politica. Nel 1803 venne introdotto il matrimonio civile nell’ordinamento giuridico e sociale Piemontese quale contratto di coppia in alternativa al sacramento religioso. Le autorità francesi, impressionate per le scarse condizioni igieniche della città, e di indigenza degli abitanti, aggrediti per questo dalle malattie più virulente, imposero severe misure d’igiene urbana e di tutela della salute, tra le quali la prima vaccinazione contro il vaiolo che fece diminuire di molto i decessi della grave malattia.

L’8 maggio 1814 una colonna austriaca occupò pacificamente Torino proclamando il ritorno del re sabaudo alla direzione de suo Stato, Vittorio Emanuele I (successore di Carlo Emanuele IV) entrò in città il 20 maggio ma deluse le aspettative dei torinesi e richiamò in vigore le leggi della Costituzione del 1770

Molti artisti lavorarono alle residenze sabaude fuori città, la Reggia di Venaria Reale, il Castello di Rivoli, la Palazzina di caccia di Stupinigi, incominciarono a delinearsi i grandi viali alberati che caratterizzano ancora Torino e che all’epoca portavano a queste residenze: corso Francia, l’attuale Corso Unione Sovietica e quello che conduceva al Castello del Valentino (attuali Via Nizza e Corso Marconi)

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