giovedì 14 marzo 2013

Torino nel Medioevo



Nel Medioevo Torino divenne Libero Comune, e durante la lotta fra Papato e Impero, continuò a schierarsi con chi le elargiva l’indipendenza del potere dei Savoia che, nel frattempo, rafforzavano il loro dominio nei territori francesi e italiani.

La vita economica di Torino in quegli anni era ancora prevalentemente sostenuta dalle attività agricole e di allevamento anche se iniziavano a crescere le attività artigianali e commerciali. Torino però non seppe sfruttare la strategica posizione posta sulla via Francigena.

Fu nel 1280 che i Savoia presero il potere e si inserirono nel complesso gioco di lotte e alleanze legate alla città finché Torino non fu concessa in feudo ai Savoia dall’Imperatore Federico II.

Gli edifici della Torino Medievale giunti a noi sono pochi, nel XVII secolo le piccole case medievali vennero sostituite dai palazzi a quattro o cinque piani tipici dell’epoca. Nonostante ciò possiamo apprezzarne un esempio guardando la casa del Pingone in Via IV Marzo (ora meravigliosamente restaurata), la casa del Senato che si trova in Largo IV Marzo, edificio tipico della Torino medievale, si possono notare la base in pietra e tracce delle finestre ogivali tipiche del periodo, sostituite poi nel XVI secolo. Questi elementi architettonici vennero portati alla luce dall’architetto Brayda a fine Ottocento. Questo edificio fu sede della Vicaria, a testimonianza del ruolo importante che l’edificio ricopriva notiamo i suoi quattro piani d’altezza , inusuali per l’epoca e i suoi tre piani interrati di profonde segrete, all’ultimo piano vi si accede solo tramite alcune botole.

Casa dei Romagnano di Via dei Mercanti 9 che presenta una struttura formata da pietre disposte a lisca di pesce, finestre ogivali e a croce con decorazioni in cotto tipiche del tardo medioevo.

La Casa Broglia, conosciuta anche con il nome di Albergo Corona Grossa, si hanno notizie del’edificio da una denuncia catastale a nome di Pietro Broglia nel 1323, la famiglia Broglia, probabilmente adibì l’edificio ad albergo vista la sua posizione strategica vicino alla Piazza delle Erbe ed il vicino Duomo, su uno degli angoli dell’edificio venivano affissi bandi cittadini. Dai documenti catastali si può desumere che l’edificio poteva disporre di locali adibiti a stalla e ricovero di animali e la possibilità di offrire vitto e alloggio, con un idoneo corredo da letto. Queste, per l’epoca, erano preziose caratteristiche che distinguevano il noto Hospicium Signi Coronae da una semplice taverna. Secondo notizie e documenti l’albergo fu sede adeguata per ospitare abitualmente delegati e ambasciatori in visita presso la corte sabauda. L’attività ricettiva fu costante e si hanno notizie dell’Albergo Corona Grossa fino a metà del XIX secolo. Sviluppato su quattro piani l’edificio presenta ampie arcate a sesto acuto a livello strada, sul prospetto centrale troneggiano ricche finestre a crociera decorate da eleganti modanature. Il primo piano conserva ancora un soffitto ligneo originale.

L’unica chiesa rimasta a Torino come testimonianza dell’epoca è la Chiesa di San Domenico (che si trova in Via Milano) fu sede dell’inquisizione torinese, si presenta ancora nel suo aspetto originario.



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