venerdì 15 marzo 2013

Torino nel Rinascimento

La città medioevale nata sullo schema della roccaforte romana non ne seguì lo sviluppo edilizio e la rigida disposizione topografica, ma ordinò i suoi quartieri secondo una gravitazione centrale, le strade non ebbero la linea dritta che è la caratteristica delle vie odierne. Le strade, infatti, erano serpeggianti, strette, tortuose. Le case avevano le pareti di muratura ma il tetto era prevalentemente di legno e paglia e solo nel 1448, dopo un furioso incendio che distrusse un gruppo di case, una disposizione municipale ordinò che anch’essi dovessero essere in muratura. La vivace via Garibaldi d’oggi era allora molto stretta e tortuosa, e le case che vi si affacciavano erano tra le meno belle della città. Il canale delle cloache, che la percorreva tutta, spesso traboccava sul marciapiede che la costeggiava su cui si svolgeva il mercato del pesce e della carne.

Proprio nel Rinascimento Torino iniziò ad affacciarsi sulla scena politica e artistica grazie ai Savoia e passò da piccola città a centro amministrativo ed economico importante per tutta l’Italia

La città contava poco più di 5000 abitanti, era divisa in quattro quartieri, che prendevano il nome delle porte romane. Il Palazzo Comunale si trovava dov’è situato ora, e il Palazzo Imperiale che ospitò i monarchi in visita a Torino era eretto vicino alla Porta Palatina. Il Duomo costruito nel VI secolo, unitamente ad altre due chiese dedicate al Salvatore e Maria Santissima, sorgeva dove ora sorge l’attuale. In Via Milano, confinante con la Chiesa di San Domenico, il tempio più antico della città, alloggiava in una casetta il famigerato tribunale dell’Inquisizione, e dove ora vi è il Seminario Arcivescovile operava la Zecca. Il lebbrosario si trovava tra le attuali borgate Vittoria e Madonna di Campagna. A quel tempo Torino aveva dodici ospedali, in quanto talli posti di cura non avevano che pochi letti ciascuno . Vi erano poi una trentina di chiese.

Quattro grandi sobborghi, che ospitavano soprattutto cascine, conventi, chiese e piccoli cimiteri, circondavano la città vicino alle porte principali.

L’attività artigianale e commerciale della città era in via di sviluppo, i lavoratori erano associati nelle specifiche corporazioni. Torino fu la prima città italiana a possedere scuole primarie comunali. Nel 1404 venne fondata l’Università torinese che in mezzo secolo contava già oltre venti professori impegnati nell’insegnamento di Filosofia, Medicina, Teologia, Arti Liberali e Diritto

Le feste popolari avevano come divertimento principale il ballo e il gioco del pallone, il palio dei cavalli, rappresentazioni teatrali

Nel 1453 vi fu un celebre miracolo eucaristico che diede il via alla costruzione di un piccolo edificio dedicato al Corpus Domini e poi trasformato in Chiesa due secoli dopo da Ascanio Vitozzi. Nel 1490 iniziò la costruzione dell’edificio religioso più importante di questo periodo, il Duomo di Torino. Nel 1563 Emanuele Filiberto decise di spostare da Chambery a Torino la capitale del ducato e nel giro di pochi anni venne trasformata per rispondere alle esigenze dei Savoia. Venne edificata nel lato sud-orientale della città la Cittadella nel 1564 su progetto di Francesco Paciotto e del Generale Robilant per limitare possibili invasioni francesi, ancora oggi possiamo ammirare il Mastio sede del Museo Storico Nazionale di Artiglieria e gran parte delle gallerie sotterranee che fanno parte del Museo Pietro Micca.



Torino, appariva ancora chiusa nel tracciato romano, con Carlo Emanuele, figlio di Emanuele Filiberto, subì i primi importanti ampliamenti verso sud con la costruzione dell’attuale Via Roma, venne abbellito il Palazzo Reale che nel frattempo divenne sede del potere ducale. L’architetto di corte fu Carlo di Castellamonte, autore delle facciate di piazza San Carlo, il quartiere Regio Parco e Mirafiori.

Nel 1630 la città fu decimata dalla peste che frenò i mutamenti urbanistici e decimò la popolazione, i moribondi venivano portati nei lazzareti oltre le mura della città, negli attuali quartieri Borgo Dora e Madonna di Campagna. La Corte aveva lasciato la città per rifugiarsi a Cherasco e poi a Fossano. La prevenzione e le norme igieniche si affidavano a sostanze talvolta strane come l’olio di scorpione e quello di vetriolo, la polvere di perle, di coralli e di smeraldi. La medicina era evidentemente la scienza più arretrata di tutte, soprattutto nei confronti delle infezioni e delle malattie epidemiche. Torino era rimasta affidata alle cure di uomini valenti quali il sindaco Giovanni Francesco Bellezia, al protomedico Gian Francesco Fiocchetto e all’auditore municipale Giovanni Antonio Beccaria

Nel dicembre 1361, all’estinguersi dell’epidemia, Torino accoglieva il nuovo Duca Amedeo I. Il regno fu caratterizzato dalle reggenze della Madame Reale. Nel 1663 salì al trono Carlo Emanuele II e vi fu il secondo ampliamento cittadino verso il Po con l’attuale Via Po. Nel 1658, inoltre, iniziarono i lavori della Venaria Reale, voluta da Carlo Emanuele II è una delle più grandi residenze Sabaude in Piemonte. seguiti dal 1666 in avanti dalle opere firmate Guarino Guarini: la Cappella della Sindone, il Collegio dei Nobili (attuale sede del Museo Egizio), il Palazzo dei Savoia-Carignano (sede del primo Parlamento italiano) e la chiesa e cupola di S. Lorenzo.Nel 1684 Vittorio Amedeo salì al trono ma il suo regno fu caratterizzato da scontri tra Italia e Francia con un lungo assedio della città (in quel periodo si deve la promessa del duca di far edificare la Basilica di Superga se la Santa Vergine avesse liberato la città) l’assedio durò dal 1705 al 1706 e ad una delle ultime fasi appartiene il gesto eroico di Pietro Micca che perse la vita per difendere Torino facendo esplodere una delle vie sotterranee.

2 commenti:

  1. L'articolo è interessante, ma ci sono alcune imprecisioni serie: intanto non si dice "duca Amedeo", ma "Vittorio Amedeo I" (perchè Amedeo ce n'erano già stati ben 8). Poi non si dice "nel 1684 Vittorio Amedeo salì al trono": ma chi??? Si dice: "Vittorio Amedeo II" - cavoli, la precisione! Poi c'è un errore nel 1361, che invece è 1631 (la peste). Inoltre l'assedio di Torino NON durò dal 1705 al 1706, ma solamente TRE MESI nel 1706. Anche se un articolo è carino, quando è pieno di imprecisioni perde credibilità nella sua interezza. E anche il blog.

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    1. Per la precisione gli altri Amedeo non erano duchi ma conti...

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