mercoledì 27 marzo 2013

Dal dopoguerra alla fine del XX secolo

Il 4 Maggio 1945 Torino si presenta ai "liberatori" come una città già in ricostruzione. Nell'autunno del 1945 tornano i primi reduci dai campi di sterminio e che con i loro racconti suscitano orrore e pietà. Tornano anche i militari in prigionieri in Inghilterra, Africa e Stati Uniti.
Nel '46 anche Torino vota nel referendum istituzionale con 256.000 voti per la repubblica contro 159.000 per la monarchia, nonostante fosse la città dei Savoia.
Nel 1948 l'antagonismo dei partiti politici esplode nella campagna elettorale del 18 aprile vinta dalla Democrazia Cristiana, a luglio Torino viene paralizzata per l'attentato a Togliatti e Vittorio Valletta, presidente della FIAT viene "sequestrato" nel suo ufficio dagli scioperanti.
Nel 1950 il suicidio di Cesare Pavese prova la cultura torinese del suo più noto esponente, dirigente della casa editrice Einaudi.
Nel 1955 con la nascita della FIAT 600 si afferma il mito di Torino capitale dell'auto, si mette in moto lo sviluppo della motorizzazione di massa. L'attività della FIAT induce l'amministrazione civica di Torino ad acconsentire alla politica di ampliamento degli stabilimenti. Tale decisione porterà a Torino migliaia di operai dal Sud.
Torino, per celebrare il centenario dell'Unità d'Italia, organizza "Italia '61" una mostra storica disposta nel gigantesco Palazzo del Lavoro, nel Palazzo delle Mostre definito "a vela" per la sua copertura in cemento armato modellato a forma di vela e nei Padiglioni delle Regioni d'Italia.
In pieno "miracolo economico", come furono definito gli anni Sessanta, la città fu percorsa da un'ondata di violenza per il problema del rinnovo dei contratti dei metallurgici.
Nel 1968 la contestazione degli studenti universitari segnala uno stato di malessere. Gli scioperi e le agitazioni si spostano su una conflittualità che mira ad emarginare il ruolo dei sindacati.
Gli anni Settanta sono tra i più difficili della storia della città. Oltre alle difficoltà delle industrie si affaccia la minaccia del terrorismo, inizialmente sottovalutato, che si concretizza con il rapimento del capo del personale della Fiat Auto, con la sua liberazione si spera che il terrorismo armato non preveda vittime, ma questa speranza andrà delusa negli anni seguenti con l'uccisione di carabinieri, poliziotti, agenti di custodia, privati cittadini e alcuni personaggi di rilievo quali l'avvocato Fulvio Croce, presidente dell'Ordine Forense di Torino; il giornalista Carlo Casalegno, vice-direttore de "La Stampa"; il dirigente della Fiat Carlo Ghiglieno e il dirigente della Lancia Pietro Coggliola.
Negli anni '80 la crisi della Fiat investe la città con violenza, la crescente disoccupazione e l'immigrazione extra-comunitaria, aggravano i problemi sociali, che sono aggravati dalla proliferante delinquenza e criminalità.
Il XX secolo di conclude con grandi speranze nell'Unita Europea.

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