venerdì 29 marzo 2013

La Metropolitana

Dal 2006 anche Torino ha la sua Metropolitana, al momento una sola linea che serve la città da est ad ovest, la taglia in orizzontale per poi svoltare verso sud da Porta Susa a Mirafiori. In ogni città le linee delle metro partono ed arrivano in punti cruciali, la nostra parte da Collegno, stazione Fermi, che non mi pare essere proprio un centro importante per Torino, ed arriva al Lingotto (non la stazione dove quotidianamente passano i pendolari) ma all'ex fabbrica, oggi centro commerciale, centro congressi e Fiera di Torino. Ma nonostante tutto la "nostra" metro é bellissima, le stazioni sono pulite e ben funzionanti (eccetto qualche scala mobile), molto"torinesi", ordinate e rigorose, non aspettatevi però di poter acquistare qualcosa, ad esempio un quotidiano, dei fazzolettini o semplicemente una bottiglietta d'acqua, nelle stazioni non ci sono negozi nè distributori automatici, esclusivamente quelli per l'acquisto dei biglietti.
È la prima d'Italia ad adottare il sistema VAL (Veicolo Automatico Leggero) ed è velocissima, il tempo medio di percorrenza tra una fermata e l'altra è di 60 secondi e da Fermi al Lingotto impiega poco più di 20 minuti. Essendo automatica non vi è il guidatore e dalla prima carrozza si prospetta uno spettacolo che la prima volta lascia grandi e piccini a bocca aperta. Ora attendiamo il prolungamento fino a piazza Bengasi e la seconda linea.



giovedì 28 marzo 2013

La Mole Antonelliana


Ecco la storia della Mole Antonelliana, il simbolo della nostra città.
La costruzione della Mole iniziò nel 1963, la Comunità ebraica aveva comprato una parte del quartiere Vanchiglia per costruire un tempio e avrebbe dovuto essere una sinagoga alta 47 metri. L’Architetto Antonelli però propose modifiche che avrebbero innalzato la costruzione a 113 metri, con relativi tempi molto più lunghi e costi maggiori, infatti nel 1869 la comunità ebraica fece terminare lavori con un tetto piato provvisorio a circa 70 metri di altezza.

Purtroppo l’opera soffrì di problemi strutturali, il terreno risultò instabile e Antonelli dovette concepire un sistema di catene di contenimento, tirati in ferro e intreccio di archi e mattoni; nel 1873 la comunità ebraica delusa da tutti i problemi e costi aggiuntivi, arrivò ad uno scambio con il Comune di Torino che cedette il terreno per costruire la sinagoga nel quartiere di San Salvario, mentre prese in carico i costi per terminare i lavori e dedicarla al re d’Italia Vittorio Emanuele II.

Antonelli riprese la costruzione portandola a 163,35 metri e facendola diventare l’edificio in muratura più alto del mondo, e per questo motivo fu chiamato Mole.

Nel 1884 Torino ospitò la prestigiosa Esposizione Universale, per questo evento, nonostante la punta fosse ancora in costruzione, una piccola mongolfiera proponeva un viaggio in cima.

Il 23 febbraio 1887, un terremoto fece emergere ulteriori problemi strutturali, così continuarono le modifiche durante la fase finale di costruzione.

Antonelli lavorò fino alla sua morte, avvenuta nel 1888, ma non riuscì a vederne mai il completamento, il figlio Costanzo Antonelli ed il suo allievo Crescentino Caselli, curarono, durante la parte finale dei lavori, la punta della guglia alta 163 metri.

La Mole fu inaugurata il 10 aprile 1889, venne posata sulla guglia una statua raffigurante un genio alato con una stella sulla testa, alto 4 metri, i Torinesi lo identificarono sempre con un angelo. La Mole divenne sede del Museo del Risorgimento ed era l'unico edificio della città illuminato anche di notte.

L’11 agosto 1904 a causa di un nubifragio, venne abbattuta la statua del genio ma rimase miracolosamente in bilico sul terrazzino sottostante ed è conservata all’interno della Mole. La statua venne sostituita nel 1905 con una stella a 5 punte ad opera dell’ingegnere Ghiotti. A partire dal 1931 furono necessari rinforzi in calcestruzzo armato per sorreggere in sicurezza tutta la volta. La nuova struttura coprì buona parte dell’originale muro in mattoni e tutte le decorazioni. Nel 1938 il Museo del Risorgimento fu trasferito.

Il 23 maggio del 1953 un altro violentissimo nubifragio fece spezzare e precipitare ben 47 metri della guglia; i lavori di ricostruzione durarono dal 1955 al 1960, lo scheletro venne rinforzato con un’armatura metallica rivestita in pietra, la stella venne sostituita con una a 12 punte tridimensionale.

L’inaugurazione avvenne il 31 gennaio 1961. Nel 1964 venne costruito il primo ascensore per raggiungere il Tempietto. Nel 1987 finirono i lavori di un’ulteriore ristrutturazione e fu costruito un secondo ascensore. Nel 1996 la Mole divenne sede del Museo Nazionale del Cinema. L’attuale ascensore panoramico, con i lati in vetro è in funzione dal 2000.


mercoledì 27 marzo 2013

Dal dopoguerra alla fine del XX secolo

Il 4 Maggio 1945 Torino si presenta ai "liberatori" come una città già in ricostruzione. Nell'autunno del 1945 tornano i primi reduci dai campi di sterminio e che con i loro racconti suscitano orrore e pietà. Tornano anche i militari in prigionieri in Inghilterra, Africa e Stati Uniti.
Nel '46 anche Torino vota nel referendum istituzionale con 256.000 voti per la repubblica contro 159.000 per la monarchia, nonostante fosse la città dei Savoia.
Nel 1948 l'antagonismo dei partiti politici esplode nella campagna elettorale del 18 aprile vinta dalla Democrazia Cristiana, a luglio Torino viene paralizzata per l'attentato a Togliatti e Vittorio Valletta, presidente della FIAT viene "sequestrato" nel suo ufficio dagli scioperanti.
Nel 1950 il suicidio di Cesare Pavese prova la cultura torinese del suo più noto esponente, dirigente della casa editrice Einaudi.
Nel 1955 con la nascita della FIAT 600 si afferma il mito di Torino capitale dell'auto, si mette in moto lo sviluppo della motorizzazione di massa. L'attività della FIAT induce l'amministrazione civica di Torino ad acconsentire alla politica di ampliamento degli stabilimenti. Tale decisione porterà a Torino migliaia di operai dal Sud.
Torino, per celebrare il centenario dell'Unità d'Italia, organizza "Italia '61" una mostra storica disposta nel gigantesco Palazzo del Lavoro, nel Palazzo delle Mostre definito "a vela" per la sua copertura in cemento armato modellato a forma di vela e nei Padiglioni delle Regioni d'Italia.
In pieno "miracolo economico", come furono definito gli anni Sessanta, la città fu percorsa da un'ondata di violenza per il problema del rinnovo dei contratti dei metallurgici.
Nel 1968 la contestazione degli studenti universitari segnala uno stato di malessere. Gli scioperi e le agitazioni si spostano su una conflittualità che mira ad emarginare il ruolo dei sindacati.
Gli anni Settanta sono tra i più difficili della storia della città. Oltre alle difficoltà delle industrie si affaccia la minaccia del terrorismo, inizialmente sottovalutato, che si concretizza con il rapimento del capo del personale della Fiat Auto, con la sua liberazione si spera che il terrorismo armato non preveda vittime, ma questa speranza andrà delusa negli anni seguenti con l'uccisione di carabinieri, poliziotti, agenti di custodia, privati cittadini e alcuni personaggi di rilievo quali l'avvocato Fulvio Croce, presidente dell'Ordine Forense di Torino; il giornalista Carlo Casalegno, vice-direttore de "La Stampa"; il dirigente della Fiat Carlo Ghiglieno e il dirigente della Lancia Pietro Coggliola.
Negli anni '80 la crisi della Fiat investe la città con violenza, la crescente disoccupazione e l'immigrazione extra-comunitaria, aggravano i problemi sociali, che sono aggravati dalla proliferante delinquenza e criminalità.
Il XX secolo di conclude con grandi speranze nell'Unita Europea.

martedì 26 marzo 2013

Curiosità-IL GRISSINO

Tra le tante curiosità gastronomiche della nostra città ci sarebbe anche la nascita del grissino,
Si narra che nel 1675 il fornaio Antonio Brunero fosse stato incaricato dal dott. Pecchio di Lanzo, di preparare un pane leggero e digeribile per Vittorio Amedeo II di Savoia, allora bambino e con gravi problemi di salute soprattutto gastrointestinale, tanto da invocare l'aiuto divino esponendo la Sacra Sindone nel 1668. Il fornaio pensó di modificare la ghersa, pane tradizionale dell'epoca, assottigliando la fino a farla diventare un bastoncino con poca mollica, molta crosta e ben cotta. In dialetto fu chiamato ghersin, ossia piccola ghersa.

lunedì 25 marzo 2013

La II Guerra mondiale

Con l'occupazione dell'Albania il 7 Aprile del 1939 fece capire che oramai la guerra era alle porte e infatti la notte tra l'11 e il 12 giugno 1940 Torino subì il primo bombardamento aereo, le bombe provocarono 17 morti ed una quarantina di feriti. Nel 1942 si intensificarono i bombardamenti colpendo quasi esclusivamente abitazioni civili. Il 5 Marzo del 1943 gli operai dello stabilimento Fiat di Mirafiori avviarono uno sciopero generale di tutte le industrie cittadine contro la guerra e i sindacati fascisti che non tutelavano i lavoratori.
Il 13 Luglio 1943 si ebbe la più grande incursione aerea con un bombardamento che provocò 792 morti e 914 feriti, furono colpite 1500 case. Dodici giorni dopo Mussolini venne arrestato e salì a capo del Governo il maresciallo Badoglio, con l'armistizio del 8 settembre 1943 i giovani torinesi costituirono le prime formazioni partigiane. Torino, già profondamente ferita dai bombardamenti si trovò alle prese con la precarietà del vivere quotidiano. Il razionamento dei viveri assicurò ai Torinesi solo i generi di prima necessità tanto che si trovarono costretti a rivolgersi al mercato nero.
Il 1944 fu l'anno cruciale della lotta partigiana, in primavera vennero arrestati i componenti del Comitato Militare di Liberazione del Piemonte, e poi fucilati al Poligono Militare del Martinetto, dove dal 1943 al 1945 furono 59 i fucilati della Resistenza.
I partigiani erano incarcerati alle Nuove, altri prigionieri erano detenuti alla caserma Lamarmora dove le condanne a morte erano precedute dalle torture.
L'inverno 1944-45 fu uno dei più freddi della prima metà del secolo e con legna e carbone troppo costosi i torinesi iniziarono ad abbattere anche gli alberi dei viali e dei parchi cittadini.
Il 20 novembre 1944, il dirigente FIAT Valletta comunicò l'accordo con i tedeschi per una commessa sulla costruzione di mezzi militari, la risposta dei lavoratori fu contraria, arrivarono a bloccare la produzione. I nazisti arrestarono 1350 lavoratori degli stabilimenti Lingotto e Mirafiori.
Il 18 aprile 1945 il CLN proclamò lo sciopero generale ma i lavoratori rimasero bloccati all'interno degli stabilimenti, in quanto presidiati dai carri armati. Il 25 ci fu l'ordine di insurrezione generale, e il CLN rese operativo il piano "E27" con il quale si comunicava ai partigiani di marcire su Torino, contemporaneamente all'insurrezione cittadina organizzata dai GAP e dalle SAP. Il 27 ci fu l'espugnazione della caserma fascista di Via Asti e la costrizione all'esercito tedesco di asserragliarsi presso gli Alti Comandi di corso Matteotti.
Nella notte tra il 27 ed 28 aprile i tedeschi in città optarono per una rapida ritirata sancendo così la definitiva liberazione di Torino.

giovedì 21 marzo 2013

Il fascismo a Torino

Nel 1927 Torino contava 550.000 abitanti e le industrie erano ben 12.000. Il lavoro non mancava e per dimostrarlo, nel 1928, organizzarono una grande mostra industriale e agricola che richiamò visitatori da tutta Italia. La crisi del 1929 fece aumentare il costo della vita, nel frattempo i salari ed i posti di lavoro diminuiscono. Gli affitti degli alloggi hanno un’impennata con pigioni, talvolta, quadruplicate.

Per diminuire la disoccupazione , Mussolini sollecita Giovanni Agnelli a dare inizio nel 1931 alla costruzione del primo tronco dell’autostrada Torino-Milano.
Nel 1933 si svolse a Torino la prima Mostra della Moda Italiana che idealmente si allacciava al mondo delle sartine e degli atelier torinesi, la rassegna fu ospitata nel Palazzo della Moda al Valentino e attirò i più importanti operatori del settore sia italiani che stranieri.
Gli anni che vanno dal 1933 al 1940 furono gli anni di maggior consenso al fascismo.
L'immigrazione veneta e meridionale portò a Torino nuove forze lavoro, ma creò anche problemi di occupazione, di alloggi e di salari.
Nel settembre del 1938 Mussolini, ideologicamente subalterno di Hitler, fece pubblicare il "Manifesto della Razza", che anticipò i decreti legge che estromisero gli ebrei da ogni incarico pubblico e li emarginarono dalla vita sociale. Gli ebrei residenti a Torino erano 3.600 e molti di essi non sfuggirono alle misure discriminanti e persecutorie. I giornali licenziarono i collaboratori ebrei, le scuole e le università estromisero gli insegnanti di razza ebraica, le case editrici tolsero dai cataloghi i nomi degli autori ebrei e sui libri cambiarono i loro nomi con nomi ariani.

Lo sviluppo industriale dei primi del '900

Con il 1864 si era chiuso il periodo più glorioso della storia torinese. Ma vent’anni dopo diede saggio di quanto valessero le sue iniziative e quanto fossero intraprendenti i torinese con l’Esposizione industriale del 1884 e confermò come considerassero la loro città la capitale morale della Nazione. L’Esposizione presentava tra le sue meraviglie una centrale elettrica . In occasione di questa Esposizione vennero costruiti sulle rive del Po il Castello e il Borgo Medioevale del Valentino, una rievocazione della vita e dell’architettura del medioevo.

Nel 1897 venne interamente elettrificata la rete tranviaria che migliorerà il servizio dei trasporti pubblici urbani su rotaia.

La città si era anche arricchita della Mole Antonelliana, che iniziati i lavori nel 1863 e durati 36 anni, era il più alto edificio in muratura d’Europa e resterà il simbolo più noto della città.

Nel 1861 la principale attività industriale della città era la lavorazione della seta con una ventina di manifatture, la maggiore era la Regia Manifattura Privilegiata sita in Borgo Dora. Nel 1880 si ebbe la creazione delle Officine Savigliano che producevano materiale per le ferrovie, nello stesso anno iniziò la produzione di cavi elettrici da parte del’azienda che poi negli anni successivi diventò la CEAT. Nel 1898 venne fondata la FIAT. Nel campo alimentare si fecero notare le industrie enologiche e dolciarie come Carpano, Cinzano, Martini, Cora, Soli e Rossi, Talmone, Caffarel Prochet e Venchi, le fabbriche di birra Bosio, Carascht, Metzger e Boringhieri e nel campo alimentare della conservazione delle verdure e della frutt Cirio. Nel 1909 Vincenzo Lancia fondò in borgo S. Paolo la sua fabbrica di automobili.

Nel 1902 un’altra mostra richiama l’attenzione, è la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna. Artisti di ogni parte del Mondo esposero a Torino le loro opere e vide l’affermarsi dell’Art Nouveau o Liberty in Italia.

Un’altra importante attività iniziò a Torino: la cinematografia. Nacque nel 1904 e gli stabilimenti di Itala-Film, Ambrosio e Pasquali s’imposero sul mercato internazionale. Tra le pellicole di maggior successo si ricorda “Cabiria” su soggetto e regia di Giovanni Pastore e didascalia di Gabriele D’Annunzio.

Il movimento sindacale mosse i suoi primi passi e nel 1891 venne costituita la Camera del Lavoro. Nascono anche i primi problemi sindacali e le prime agitazioni; ricordiamo quello del giugno 1911, quello delle giovani sarte torinesi degli oltre settecento ateliers che protestavano per i massacranti orari di lavoro, i luoghi disagevoli e i salari troppo bassi. Si parla anche di proletariato e di lotte di classe, alimentata anche dal divario delle condizioni di vita tra la borghesia e gli operai confinati nei quartieri periferici, che diventano il simbolo di un’emarginazione sociale.

Nel 1911 importantissima fu l’Esposizione Internazionale dedicata alla produzione industriale, studiata intorno all’area del Valentino ed i cui padiglioni vennero adibiti poi a sedi universitarie (possiamo notare infatti che gli edifici che ospitano parte della facoltà di medicina vicino a corso Massimo D’Azeglio sono sormontati da un minareto, essendo stati eretti per ospitare i padiglioni degli stati del Medio Oriente.

La Prima Guerra Mondiale, detta anche La Grande Guerra sorprese una Torino in pieno sviluppo industriale ed economico, nell’agosto 1917 la città visse, infatti, quattro giorni di tragedia. Una sommossa popolare motivata dalla scarsità di pane e dal prolungarsi della guerra scatenò la polizia e i soldati contro il popolo che si armò e si difese contro la repressione delle forze governative. Dal 21 al 24 agosto la città fu teatro di furiosi scontri e la proclamazione dello stato d’assedio irrigidì le due parti.

Tra l’autunno del 1918 e l’inverno 1919 Torino fu colpita dalla “spagnola”, terribile influenza che mietè numerose vittime, nella fase più acuta morirono in media quattrocento persone al giorno.

La vita culturale, politica e sociale torinese del dopoguerra fu caratterizzata da due grosse personalità: Piero Gobetti ed Antonio Gramsci. Il primo editore e direttore delle riviste “Energie Nuove”, “Il Baretti” e “La Rivoluzione Liberale”, mirò al rinnovamento di una nuova classe dirigente liberale ce soppiantasse l’èlite borghese, il secondo, giornalista e direttore dell’ “Ordine Nuovo”, organo del neo partito comunista d’Italia, fece della lotta di classe lo strumento per la conquista del potere. Saranno ambedue vittime della violenza del fascismo.

Torino nel settembre 1920 fu nuovamente teatro di gravi incidenti popolari, culminati con l’occupazione da parte degli operai delle fabbriche metallurgiche, prima delle quali la Fiat, seguita dalla Lancia, Itala e Garavani, alle quali seguirono la quasi totalità degli stabilimenti torinesi.

Le agitazioni sindacali, iniziate con l’obbiettivo di ottenere aumenti salariali, sfociarono , di fronte all’intransigenza degli industriali, alla occupazione degli stabilimenti proprio in un momento di recessione e di crisi economica generale. La vita sindacale e politica torinese sfocia in una grave episodio di violenza nel 1022, un militante comunista, in uno scontro con un gruppo di fascisti, provoca la more di due di essi, scatenando la feroce rappresaglia dei fascisti che semina il terrore in città e si conclude con la morte di undici cittadini.

Nel 1926 nasce l’aviazione torinese, la prima linea aerea collega Torino, Pavia, Venezia e Trieste. I velivoli utilizzati sono idrovolanti e la loro aerostazione è un idroscalo sul Po, al Valentino. Tre anni dopo, il primo settembre 1929, una seconda linea collegherà Torino a Milano e a Roma, con scalo all’aeroporto di Mirafiori.

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mercoledì 20 marzo 2013

[TO]BIKE

Sopporto poco il traffico, sopporto poco i clacson, non mi piace girare e rigirare in macchina alla ricerca di un parcheggio…la soluzione per muoversi in città velocemente, senza inquinare e senza dover impazzire?

[To]Bike!!! È un servizio della città, comodissimo da usare da, con 116 stazioni per il bike sharing, è possibile usufruire della prima mezz’ora gratuita evitando di pagare la tariffazione prevista per l’uso prolungato del mezzo, puoi prelevare la bici nel parcheggio più comodo, consegnarla giunto a destinazione, per poi riprenderla all’occorrenza.

È facilissimo abbonarsi registrandosi direttamente sul sito http://www.tobike.it/frmCose.aspx , si può utilizzare tutti i giorni 24 ore su 24 evitando traffico e problemi di parcheggio, e con [TO]bike anche l’ansia che ci rubino la bici!!!

Sta arrivando la primavera, lasciamo parcheggiate le auto, godiamoci la nostra meravigliosa Torino in bicicletta!!!

martedì 19 marzo 2013

Capitale d'Italia

Dopo il 1849 il re Vittorio Emanuele II perseguì una politica per il rientro del Piemonte in guerra.

Dalla Camera dei deputati usciva il nuovo primo ministro, Massimo D’Azeglio che stipulò il trattato di pace con l’Austria, dinanzi all’ostilità dei deputati contro Massimo D’Azeglio il re sciolse un’altra volta la Camera e le elezioni vennere precedute dal proclama di Moncalieri, con il quale il re prospettava le difficoltà dello Stato agli elettori e ne raccomandava l’affluenza alle urne.

Torino era spettatrice e protagonista di quegli avvenimenti politici e intanto cresceva di popolazione e si ampliava verso le barriere di Nizza, Vanchiglia, Valdocco, Porta Susa e Boro San Donato, contava 130 mila abitanti.

Nel 1850 con l’approvazione delle leggi Siccardi si aprì un lungo contenzioso tra la gerarchia della chiesa cattolica e lo stato sabaudo.

Nel 1861 nasce il Politecnico, destinato all’attività didattica e di ricerca delle materie tecniche e scientifiche con laurea in ingegneria e architettura, la sua prima sede è il Castello del Valentino.

Al termine della seconda guerra d’indipendenza e dell’impresa dei Mille che portarono alla nascita del regno d’Italia, Torino divenne prima capitale d’Italia.

Nel 1865 la capitale venne trasferita a Firenze e i cittadini si rivoltarono contro il re e contro il presidente del Consiglio dei Ministri accusandolo di aver architettato lo spostamento della capitale.

Alla perdita di importanza politica la città rispose con un inizio di sviluppo industriale che l’avrebbe resa così importante per l’economia nazionale, dal 1866 Galvagno, divenuto sindaco, operò promuovendo la realizzazione di una rete di canali aventi la funzione di fornire energia alle prime industrie.

lunedì 18 marzo 2013

Torino nella Restaurazione

Il 30 agosto del 1815 si decise di costruire sulla sponda destra del Po una chiesa in ricordo e ringraziamento del ritorno della dinastia sabauda. La chiesa detta Gran Madre di Dio e sul fronte si possono leggere le parole “Ordo populusque Taurinus ob adventum Regis” (la città e il popolo di Torino per il ritorno del re).

Nel 1821 la tensione tra progressisti e reazionari si accentuò a seguito degli avvenimenti europei, nei primi giorni del marzo 1821 iniziò il moto rivoluzionario chiedendo la proclamazione della costituzione spagnola anche in Piemonte e la guerra contro l’impero Asburgico, il 12 marzo la cittadella di Torino si unì al moto di rivolta. Lo stesso giorno Vittorio Emanuele I scelse di abdicar in favore del fratello Carlo Felice.

Carlo Felice, il nuovo re, che amava poco Torino, istituì un regime autoritario e bigotto dove polizia e chiesa soffocavano ogni accenno di idee progressiste. L’Università venne chiusa nell’aprile del 1821 perché considerata crogiolo di idee pericolose, censurati libri e giornali. Egli compì tuttavia qualche azione degna di encomio, tra cui, l’acquistò per la somma di 400.000 lire la ricchissima collezione di antichità egizie composta, dopo lunghe ricerche da Bernardino Drovetti, e con la quale diede inizio al Museo Egizio di Torino; la stipulazione di accordi commerciali con il Marocco e la Turchia e fece riprendere l’organizzazione delle esposizioni commerciali .

Nel 1828 venne organizzato il Deposito de’ poveri infermi del Corpus Domini che, dopo il suo trasferimento in Borgo Dora prese il nome che conserva tuttora Piccola Casa della Divina Provvidenza conosciuto come Cottolengo.

Torino accolsero favorevolmente la salita al trono di Carlo Alberto, che abolì alcune atroci pene corporali e la pena di morte per furto, istituì il ministero di Grazia e Giustizia e il Consiglio di Stato, protesse i commerci e favorì gli scambi mercantili firmando vari trattati di commercio con l’Inghilterra e la Francia, e diminuì le tariffe doganali e regolò l’imposizione e la riscossione delle tasse.

Torino contava 125000 abitanti ed andava abbellendosi di nuove piazze e viali alberati; avviata a diventare protagonista della storia nazionale restava comunque una città nella quale era difficile vivere. La povertà al limite dell’indigenza affliggeva la maggior parte della popolazione; l’alimentazione insufficiente anche per coloro che avevano un reddito di lavoro, per i salari bassi, favoriva la diffusione di malattie molto gravi come colera e vaiolo; l’analfabetismo e l’alcolismo erano le piaghe della popolazione.

Nel 1832 si pubblicava a Torino quel libro che Cesare Balbo disse essere più nocivo all’Austria di una battaglia perduta: “Le mie prigioni” di Silvio Pellico che pubblicò e scrisse a Torino, al n. 20 di via Barbaroux.

Sempre nel 1832 si deve a Carlo Alberto una delle più felici decisioni in campo artistico, la costituzione della Galleria Sabauda, la maggior raccolta d’arte italiana e straniera.

Mentre maturavano importanti avvenimenti storici, Torino migliorava il suo aspetto e perfezionava i suoi servizi igienici, d’illuminazione e dei trasporti urbani con l’entrata delle prime linee di omnibus a cavalli. Si riassettarono le piazze Castello e Reale, si lastricò via Palazzo di Città, si arricchì la piazza S. Carlo con la statua di Emanuele Filiberto, una cancellata in ferro fuso con due statue di Castore e Polluce venne posta a separare le piazze Castello dalla piazzetta Reale.

Nel 1846 hanno inizio i lavori per la costruzione della ferrovia che dovrà collegar e Torino a Genova, una costruzione detta imbarcadero sarà la primitiva stazione di Porta Nuova.

Torino continuò a crescere e venne edificata l’attuale Piazza Vittorio sul vasto territorio lasciato libero dall’abbattimento della Porta di Po e dei relativi bastioni. Nell’area circostante venne costruito l’elegante Borgo Nuovo caratterizzato dalle abitazioni neoclassiche destinate alla nobiltà cittadina.

Nel 1844 l’Università di Torino venne affidata ad un laico dopo decenni di controllo ecclesiastico, nel 1847 la Banca di Torino gettò le basi per la futura Banca Nazionale del Regno e nel 1898 della Banca d’Italia.

La concessione dello Statuto Albertino e la guerra contro l’Impero Asburgico vedono accendersi il dibattito politico, la città è turbata ed eccitata da manifestazioni per la concessione della costituzione e la dichiarazione di guerra. Anche gli antichi palazzi torinesi dovettero adattarsi alla nuova scena politica, Palazzo Carignano ospitò la Camera dei Deputati mentre Palazzo Madama divenne sede del Senato.

sabato 16 marzo 2013

Torino tra il 1700e il 1800


Torino sotto il regno di Carlo Emanuele III, che morì il 20 febbraio del 1773, migliorò il suo aspetto e ampliò la sua estensione. La città era ordinata, pulita, tranquilla, anche troppo tranquilla, alcuni visitatori stranieri dell’epoca affermarono che di sera la città era silenziosa come un…cimitero. Una cosa scandalizzava italiani e stranieri di passaggio a Torino: la passione per il gioco d’azzardo. Nelle ore notturne Torino rimaneva illuminata con i lampioni ad olio, cosa che non accadeva neppure nella celebre “Ville Lumière”.

Nel 1708 era stato istituito un servizio medico gratuito a domicilio e nel 1727 venne aperto il primo ospedale psichiatrico a domicilio.

Nel 1740 venne inaugurato il Teatro Regio, progettato da Benedetto Alfieri e costruito nel tempo record di due anni.

La vita torinese girava intorno alla Corte, la quale era ambita da tutti i borghesi. Essere ammessi nella cerchia della Corte era segno di nobiltà e coloro che non riuscivano ad essere ammessi per meriti personali si affidavano alla corruzione. A dire il vero neppure Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III (suo successore) badavano troppo alle qualità intellettuali e spirituali dei nobili e vendevano i titoli nobiliari, ricchi mercanti, rozzi e villani partecipavano così alla vita di Corte.

Accanto all’attività scientifica dell’Accademia, Torino era pervasa da un’altra febbre, quella delle logge massoniche. Comparsa la prima nel 1760 ben presto furono numerose e frequentate dalla miglior società torinese che si appassionava al moderno movimento ideologico. Le logge massoniche saranno i primi cenacoli rivoluzionari che diffonderanno in Torino e nel Regno di Sardegna i fermenti della Rivoluzione Francese.

Vittorio Amedeo III mentre propose a tutti gli Stati italiani una lega intesa a preservare i propri territori dalla rivoluzione , accolse numerosi fuggiaschi transalpini tra i quali i due fratelli del re di Francia. Intanto la Savoia aveva aderito al governo della Francia repubblicana e a Torino disordini popolari dimostravano come l’atmosfera fosse inquieta. La Francia guardava al Regno Sardo come ad una facile preda. Vittorio Amedeo III tentò di provocare un fronte unico di tutti gli Stati italiani contro l’incombente pericolo francese ma tutti i governi rifiutarono. I Piemontesi si dimostrano, in occasione di questo conflitto particolarmente valorosi, basti dire che nella campagna del 1793 non vi fu nessun disertore nell’esercito sabaudo. I Francesi continuarono ad avanzare e si impadronirono di tutti i valichi montani. L’esito sfortunato delle varie battaglie portò il terrore in Torino, si temevano i francesi come dei sanguinari, e a VTTORIO Amedeo III non rimase che piegarsi ad un armistizio che venne firmato il 28 Aprile 1796 a Cherasco. Il 3 luglio 1798 i francesi occupano Torino, Carlo Emanuele IV negò ai francesi di poter utilizzare l’arsenale torinese e venne costretto ad abbandonare la corona raccomandando ai suoi sudditi l’obbedienza agli invasori.

Venne istituito dai francesi un governo provvisorio, la Repubblica era rinnovamento e tutto doveva cambiare, quasi tutte le vie e le piazze cambiarono nome, il calendario prese le festività francesi e anche nel vestire i Torinesi si videro costretti a seguire la moda francese. Gli uomini si ornarono di berretti rossi e fasce tricolori e le donne si misero al collo il nastro rosso della ghigliottina.

Il 22 giugno del 1800 Napoleone Bonaparte fu di passaggio a Torino e il 12 aprile 1801 il Piemonte Occidentale veniva annesso alla Francia e Torino riprendeva funzione di capoluogo del Dipartimento del Po. Vennero istituite borse di studio, si creò una scuola di medicina e chirurgia ostetrica, si arricchì la Biblioteca Universitaria, si riordinò l’Accademia della Scienze ammettendovi studiosi di ogni idea politica. Nel 1803 venne introdotto il matrimonio civile nell’ordinamento giuridico e sociale Piemontese quale contratto di coppia in alternativa al sacramento religioso. Le autorità francesi, impressionate per le scarse condizioni igieniche della città, e di indigenza degli abitanti, aggrediti per questo dalle malattie più virulente, imposero severe misure d’igiene urbana e di tutela della salute, tra le quali la prima vaccinazione contro il vaiolo che fece diminuire di molto i decessi della grave malattia.

L’8 maggio 1814 una colonna austriaca occupò pacificamente Torino proclamando il ritorno del re sabaudo alla direzione de suo Stato, Vittorio Emanuele I (successore di Carlo Emanuele IV) entrò in città il 20 maggio ma deluse le aspettative dei torinesi e richiamò in vigore le leggi della Costituzione del 1770

Molti artisti lavorarono alle residenze sabaude fuori città, la Reggia di Venaria Reale, il Castello di Rivoli, la Palazzina di caccia di Stupinigi, incominciarono a delinearsi i grandi viali alberati che caratterizzano ancora Torino e che all’epoca portavano a queste residenze: corso Francia, l’attuale Corso Unione Sovietica e quello che conduceva al Castello del Valentino (attuali Via Nizza e Corso Marconi)

venerdì 15 marzo 2013

Dolce-Amaro

Oggi su La Stampa una pagina dedicata alla fabbrica di cioccolato Streglio, fondata nel 1924 in Via Principi D'Acaja da Pietro Arturo Streglio, purtroppo l'ultimo proprietario, Franco Ghirardini spiega che "...armati delle migliori intenzioni, avremmo voluto aprire punti vendita a Torino, rafforzare la rete commerciale, esportare all'estero...ma la massa dei debiti ci ha schiacciato." Così lunedì i libri contabili saranno portati in tribunale.
Ma per un'azienda che non ce la fa, un'altra riparte, e così oggi aprirà un temporary store all'aeroporto di Caselle (in condivisione con i prestigiosi cioccolatini di Peyrano) per rilanciare la Galup, oltre 30.000 colombe pasquali vengono sfornate in questi giorni per rilanciare il marchio, i dolci saranno venduti anche allo spaccio di Pinerolo e nella confetteria Nivoli di Piazza Statuto. I nuovi proprietari, quattro imprenditori torinesi, puntano ad affiancare anche altri prodotti non stagionali per garantire una rete di produzione costante. E noi aspettiamo di assaggiare tutti i dolci di questa grande azienda!!!

Torino nel Rinascimento

La città medioevale nata sullo schema della roccaforte romana non ne seguì lo sviluppo edilizio e la rigida disposizione topografica, ma ordinò i suoi quartieri secondo una gravitazione centrale, le strade non ebbero la linea dritta che è la caratteristica delle vie odierne. Le strade, infatti, erano serpeggianti, strette, tortuose. Le case avevano le pareti di muratura ma il tetto era prevalentemente di legno e paglia e solo nel 1448, dopo un furioso incendio che distrusse un gruppo di case, una disposizione municipale ordinò che anch’essi dovessero essere in muratura. La vivace via Garibaldi d’oggi era allora molto stretta e tortuosa, e le case che vi si affacciavano erano tra le meno belle della città. Il canale delle cloache, che la percorreva tutta, spesso traboccava sul marciapiede che la costeggiava su cui si svolgeva il mercato del pesce e della carne.

Proprio nel Rinascimento Torino iniziò ad affacciarsi sulla scena politica e artistica grazie ai Savoia e passò da piccola città a centro amministrativo ed economico importante per tutta l’Italia

La città contava poco più di 5000 abitanti, era divisa in quattro quartieri, che prendevano il nome delle porte romane. Il Palazzo Comunale si trovava dov’è situato ora, e il Palazzo Imperiale che ospitò i monarchi in visita a Torino era eretto vicino alla Porta Palatina. Il Duomo costruito nel VI secolo, unitamente ad altre due chiese dedicate al Salvatore e Maria Santissima, sorgeva dove ora sorge l’attuale. In Via Milano, confinante con la Chiesa di San Domenico, il tempio più antico della città, alloggiava in una casetta il famigerato tribunale dell’Inquisizione, e dove ora vi è il Seminario Arcivescovile operava la Zecca. Il lebbrosario si trovava tra le attuali borgate Vittoria e Madonna di Campagna. A quel tempo Torino aveva dodici ospedali, in quanto talli posti di cura non avevano che pochi letti ciascuno . Vi erano poi una trentina di chiese.

Quattro grandi sobborghi, che ospitavano soprattutto cascine, conventi, chiese e piccoli cimiteri, circondavano la città vicino alle porte principali.

L’attività artigianale e commerciale della città era in via di sviluppo, i lavoratori erano associati nelle specifiche corporazioni. Torino fu la prima città italiana a possedere scuole primarie comunali. Nel 1404 venne fondata l’Università torinese che in mezzo secolo contava già oltre venti professori impegnati nell’insegnamento di Filosofia, Medicina, Teologia, Arti Liberali e Diritto

Le feste popolari avevano come divertimento principale il ballo e il gioco del pallone, il palio dei cavalli, rappresentazioni teatrali

Nel 1453 vi fu un celebre miracolo eucaristico che diede il via alla costruzione di un piccolo edificio dedicato al Corpus Domini e poi trasformato in Chiesa due secoli dopo da Ascanio Vitozzi. Nel 1490 iniziò la costruzione dell’edificio religioso più importante di questo periodo, il Duomo di Torino. Nel 1563 Emanuele Filiberto decise di spostare da Chambery a Torino la capitale del ducato e nel giro di pochi anni venne trasformata per rispondere alle esigenze dei Savoia. Venne edificata nel lato sud-orientale della città la Cittadella nel 1564 su progetto di Francesco Paciotto e del Generale Robilant per limitare possibili invasioni francesi, ancora oggi possiamo ammirare il Mastio sede del Museo Storico Nazionale di Artiglieria e gran parte delle gallerie sotterranee che fanno parte del Museo Pietro Micca.



Torino, appariva ancora chiusa nel tracciato romano, con Carlo Emanuele, figlio di Emanuele Filiberto, subì i primi importanti ampliamenti verso sud con la costruzione dell’attuale Via Roma, venne abbellito il Palazzo Reale che nel frattempo divenne sede del potere ducale. L’architetto di corte fu Carlo di Castellamonte, autore delle facciate di piazza San Carlo, il quartiere Regio Parco e Mirafiori.

Nel 1630 la città fu decimata dalla peste che frenò i mutamenti urbanistici e decimò la popolazione, i moribondi venivano portati nei lazzareti oltre le mura della città, negli attuali quartieri Borgo Dora e Madonna di Campagna. La Corte aveva lasciato la città per rifugiarsi a Cherasco e poi a Fossano. La prevenzione e le norme igieniche si affidavano a sostanze talvolta strane come l’olio di scorpione e quello di vetriolo, la polvere di perle, di coralli e di smeraldi. La medicina era evidentemente la scienza più arretrata di tutte, soprattutto nei confronti delle infezioni e delle malattie epidemiche. Torino era rimasta affidata alle cure di uomini valenti quali il sindaco Giovanni Francesco Bellezia, al protomedico Gian Francesco Fiocchetto e all’auditore municipale Giovanni Antonio Beccaria

Nel dicembre 1361, all’estinguersi dell’epidemia, Torino accoglieva il nuovo Duca Amedeo I. Il regno fu caratterizzato dalle reggenze della Madame Reale. Nel 1663 salì al trono Carlo Emanuele II e vi fu il secondo ampliamento cittadino verso il Po con l’attuale Via Po. Nel 1658, inoltre, iniziarono i lavori della Venaria Reale, voluta da Carlo Emanuele II è una delle più grandi residenze Sabaude in Piemonte. seguiti dal 1666 in avanti dalle opere firmate Guarino Guarini: la Cappella della Sindone, il Collegio dei Nobili (attuale sede del Museo Egizio), il Palazzo dei Savoia-Carignano (sede del primo Parlamento italiano) e la chiesa e cupola di S. Lorenzo.Nel 1684 Vittorio Amedeo salì al trono ma il suo regno fu caratterizzato da scontri tra Italia e Francia con un lungo assedio della città (in quel periodo si deve la promessa del duca di far edificare la Basilica di Superga se la Santa Vergine avesse liberato la città) l’assedio durò dal 1705 al 1706 e ad una delle ultime fasi appartiene il gesto eroico di Pietro Micca che perse la vita per difendere Torino facendo esplodere una delle vie sotterranee.

giovedì 14 marzo 2013

Torino nel Medioevo



Nel Medioevo Torino divenne Libero Comune, e durante la lotta fra Papato e Impero, continuò a schierarsi con chi le elargiva l’indipendenza del potere dei Savoia che, nel frattempo, rafforzavano il loro dominio nei territori francesi e italiani.

La vita economica di Torino in quegli anni era ancora prevalentemente sostenuta dalle attività agricole e di allevamento anche se iniziavano a crescere le attività artigianali e commerciali. Torino però non seppe sfruttare la strategica posizione posta sulla via Francigena.

Fu nel 1280 che i Savoia presero il potere e si inserirono nel complesso gioco di lotte e alleanze legate alla città finché Torino non fu concessa in feudo ai Savoia dall’Imperatore Federico II.

Gli edifici della Torino Medievale giunti a noi sono pochi, nel XVII secolo le piccole case medievali vennero sostituite dai palazzi a quattro o cinque piani tipici dell’epoca. Nonostante ciò possiamo apprezzarne un esempio guardando la casa del Pingone in Via IV Marzo (ora meravigliosamente restaurata), la casa del Senato che si trova in Largo IV Marzo, edificio tipico della Torino medievale, si possono notare la base in pietra e tracce delle finestre ogivali tipiche del periodo, sostituite poi nel XVI secolo. Questi elementi architettonici vennero portati alla luce dall’architetto Brayda a fine Ottocento. Questo edificio fu sede della Vicaria, a testimonianza del ruolo importante che l’edificio ricopriva notiamo i suoi quattro piani d’altezza , inusuali per l’epoca e i suoi tre piani interrati di profonde segrete, all’ultimo piano vi si accede solo tramite alcune botole.

Casa dei Romagnano di Via dei Mercanti 9 che presenta una struttura formata da pietre disposte a lisca di pesce, finestre ogivali e a croce con decorazioni in cotto tipiche del tardo medioevo.

La Casa Broglia, conosciuta anche con il nome di Albergo Corona Grossa, si hanno notizie del’edificio da una denuncia catastale a nome di Pietro Broglia nel 1323, la famiglia Broglia, probabilmente adibì l’edificio ad albergo vista la sua posizione strategica vicino alla Piazza delle Erbe ed il vicino Duomo, su uno degli angoli dell’edificio venivano affissi bandi cittadini. Dai documenti catastali si può desumere che l’edificio poteva disporre di locali adibiti a stalla e ricovero di animali e la possibilità di offrire vitto e alloggio, con un idoneo corredo da letto. Queste, per l’epoca, erano preziose caratteristiche che distinguevano il noto Hospicium Signi Coronae da una semplice taverna. Secondo notizie e documenti l’albergo fu sede adeguata per ospitare abitualmente delegati e ambasciatori in visita presso la corte sabauda. L’attività ricettiva fu costante e si hanno notizie dell’Albergo Corona Grossa fino a metà del XIX secolo. Sviluppato su quattro piani l’edificio presenta ampie arcate a sesto acuto a livello strada, sul prospetto centrale troneggiano ricche finestre a crociera decorate da eleganti modanature. Il primo piano conserva ancora un soffitto ligneo originale.

L’unica chiesa rimasta a Torino come testimonianza dell’epoca è la Chiesa di San Domenico (che si trova in Via Milano) fu sede dell’inquisizione torinese, si presenta ancora nel suo aspetto originario.



martedì 12 marzo 2013

Torino e le lotte per il controllo dell'Italia



Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente Torino venne coinvolta nelle lotte per il controllo dell’Italia

Intorno al 493 i Burgundi capeggiati da Gundobado, loro re, chiamati da Odoacre in suo aiuto si dedicarono al saccheggio della regione riportando oltre le Alpi un ampio bottino in beni e schiavi.

Quando, infine, Teodorico riuscì ad avere il sopravvento sul suo avversario fu il vescovo di Torino, Vittore, insieme ad Epifanio, vescovo di Pavia, a ricevere l'incarico di recarsi a Lione, da Gundobado, per esigere la restituzione di coloro che erano stati catturati e resi schiavi durante le razzie.

Oltre a questo avvenimento ben poco sappiamo di ciò che accadde alla città durante la dominazione dei Goti, tranne i nomi di alcuni vescovi che si succedettero nella guida della diocesi: Tigridio intorno al 501, Rufo tra il 550 ed il 560 e Ursicino dal 562 al 609. Ursicino, che fu spettatore della conquista longobarda, si oppose invano alla decisione del re franco di Borgogna, Gontrad,(che aveva occupato le valli di Susa e di Aosta fino alle chiuse) di distaccare la Maurienne dalla diocesi di Torino.



Nel 569 la città venne occupata dai Longobardi che la posero a capo di uno dei ducati di confine con le terre dei Franchi, è probabile che a questo periodo risalga la trasformazione di alcune strutture cittadine in edifici fortificati.

Nel 590 Agilulfo, duca di Torino, sposò Teodolinda, vedova di re Autari e l’anno seguente venne riconosciuto re. Adattò a proprio palazzo gli edifici esistenti nell’attuale piazza IV Marzo. Per volere della moglie cattolica venne proclamato patrono della città San Giovanni Battista e probabilmente fu eretta una chiesa dove oggi sorge il Duomo.

Nel 773 Carlo Magno entrò in Torino dopo aver sconfitto i longobardi ed insediò nella città suoi rappresentanti rendendo la città contea franca.

Nel 1035 Olderico Manfredi morì lasciando solamente tre figlie, la maggiore delle quali Adelaide che divenne erede della marca torinese, e, dopo essere rimasta vedova due volte, sposò Oddone figlio del primo conte di Moriana Umberto.

Alla morte di Adelaide si pose il problema della successione nel controllo di Torino, unico discendente dei Savoia era Umberto, figlio di Amedeo II. In questo periodi si inserì il potere vescovile che ottenne il controllo della città. Il comune ed il vescovo fecero spesso fronte compatto contro i Savoia che ancora non avevano rinunciato al potere.

Torino subì l’influenza di Carlo d’Angiò ma fu di breve durata, nel 1276 Guglielmo VII del Monferrato occupò Torino e si insediò come signore. Nel 1280 venne catturato da truppe fedeli alla casa Savoia e come riscatto dovette cedere Torino a Tommaso di Savoia che divenne uno stato vassallo della contea dei Savoia e i suoi signori furono i Principi d’Acaja. Tra il 1359ed il 1360 Amedeo I detto il Conte Verde occupò militarmente Torino ed il resto del Piemonte, nel 1362 la città venne restituita a Giacomo di Savoia Acaja.

Porta Palatina

La Porta Palatina (o Porte Palatine) si trova in piazza Cesare Augusto a due passi da Duomo.

La Porta Palatina era la Porta Principalis Dextera, che consentiva l’ingresso in città da settentrione. Rappresenta uno dei monumenti meglio conservati di tutto il mondo romano.

Si tratta di una costruzione in laterizio con due ordini di finestre, alternate a trabeazioni e lesene,fiancheggiata da due torri poligonali a sedici lati alte trenta metri (spesso modificate nei secoli successivi, per esempio merletti a coda di rondine in perfetto stile medioevale costruiti all’inizio del 1400). Ci sono quattro aperture,due maggiori per il transito dei carri e due minori per il passaggio dei pedoni.

Tutta la facciata segnata orizzontalmente da una fascia marmorea inserita per motivi estetici e probabilmente per porvi un’inserzione mai inserita. Dietro la facciata poggiava un edificio a pianta quadrata detto statio che ospitava le guardie. Fino al medioevo la porta conservò la funzione di palazzo-fortezza. Nel medioevo cambiò diverse volte nome, da porta Turrianica a porta Dorianica, a porta Vercellina ed infine a Porta Palatii. All’inizio del ‘700 era ancora usata per il transito, proprio in quegli anni, durante un rinnovamento urbanistico voluto dal Duca Vittorio Amedeo II di Savoia, decisero di abbattere le Porte Palatine perché antiestetiche, ma grazie all’ingegner Antonio Bertola, che considerava il monumento un’importante opera da preservare, rimasero immutate. Nel 1725 una delle due torri divenne un carcere, prima maschile e poi femminile, le torri presero così il nome di Torri del Vicariato.

Il 15 settembre 1935, con solenne inaugurazione, vennero poste due sculture bronzee raffiguranti l’Imperatore Augusto e Giulio Cesare.

Nel 202 fu restaurata tutta l’area che divenne Parco Archeologico, il progetto fu firmato dagli architetti Aimaro Isola, Giovanni Durbiano e Luca Rainero.



lunedì 11 marzo 2013

Torino Romana

Il villaggio ha ora assunto la forma di un campo romano.

Il lato nord, da Via della consolata e via Giulio terminava al Giardino Reale; il lato est, dal Giardino reale toccava le torri di Palazzo Madama , Via Accademia delle Scienze e giungeva sino a via S.Teresa ; il lato sud, attraverso via Santa Teresa e Cernaia giungeva al Corso Siccardi; il lato ovest finiva in via Giulio passando da via Cernaia. Il perimetro totale era di 2875 metri.

La città venne disegnata con impianto ortogonale tipico delle colonie romane: isolati quadrati ed una struttura muraria quasi quadrata. Vi erano due vie principali che erano perpendicolari tra loro ( il Cardo ed il Decumano) e terminavano ai lati opposti con quattro porte:

Porta Decumana (sbocco di Via Garibaldi su Via della Consolata)
Porta Pretoria (attuali torri del Palazzo Madama in Piazza Castello)
Porta Prinicipalis Dextra (sbocco di Via San Tommaso su Via Santa Teresa)
Porta Pricipalis Sinixtra ( attuali Porte Palatine)


Le vie erano strette ma ben lastricate e provviste di fognature, le abitazioni prevalentemente di carattere rurale erano di un solo piano. Ancora oggi questa zona centrale della città si chiama QUADRILATERO ROMANO, possiamo vedere le Porte Palatine, resti delle mura romane a fianco delle Porte stesse, sia a cielo aperto sia inglobati in edifici posteriori, il basamento di una torre angolare in Via della Consolata angolo Via Giulio e resti di fondazioni delle mura nelle sale sotterranee del Museo Egizio in Via Accademia delle Scienze. Nei pressi delle Porte Palatine sorgeva il Teatro Romano, ora visibile accanto al Duomo di San Giovanni e nella parte sotterranea del palazzo adiacente sede del Museo delle Antichità. Secondo una ricostruzione plausibile l’area attualmente occupata da Piazza Palazzo di Città, antica Piazza delle Erbe , sarebbe stata la sede del forum della cittadella romana. In piazza Emanuele Filiberto , in seguito agli scavi per i parcheggi sotterranei, è stata rinvenuta la base di una tomba romana.

Torino tuttavia si distinse poco rimanendo una città di provincia ma nel 312 Costantino I si scontrò con le truppe rivali nei pressi dell’attuale Rivoli e l’evento viene ricordato con il nome di Battaglia di Torino del 314.

La vittoria di Costantino, che riconobbe ai cristiani la libertà di professare pubblicamente la loro fede, favorì ad Augusta Taurinorum la diffusione della religione, tolte le statue degli dei pagani vi posero le primitive immagini della loro fede. E a capo del clero taurinense venne posto un vescovo che salì agli onori degli altari: S. Massimo

Due sono le chiese che sorgono su templi pagani di epoca romana. Una è in Via Garibaldi e sarebbe sorta sulle rovine di un tempio dedicato a Giunone, l’altra è in via Porta Palatina e sorgerebbe su un tempio dedicato a Diana, come cita la lapide posta sulla facciata.


sabato 9 marzo 2013

Ipotesi sulla nascita

Buongiorno,
Spero di non annoiare nessuno...noi siamo la storia, ed un ripasso non può che farci bene!!!!

le ipotesi sulla nascita della nostra città sono molte e discordanti, i primi storici che si occuparono della questione furono Plinio, romano e Strabone, greco.
Affermarono che il popolo che abitava al di qua delle Alpi fosse di origine ligure, la collina ed il Po furono i primi alleati dei liguri che cercarono un ampio entroterra, i cosiddetti Pedemontani, che daranno vita alla tribù dei Taurini. La prima grande minaccia per questa tribù furono i Celti, la lotta fu breve ma feroce e per i celti la vittoria fu solo una tappa perchè la loro meta era il sud, rimasero però piccoli gruppi stanchi della vita errabonda e ben presto i rapporti tra i due gruppi raziali si fecero meno ostili, nel giro di qualche generazione i due distinti gruppi etnici si fusero in una sola tribù, i Taurini.

Con il trascorrere degli anni Taurinia crebbe e si espanse e nel 221 a.C. le legioni romane costruirono il loro campo militare accanto al villaggio, stbilita la sovranità sul territorio, le truppe romane ripresero il loro cammino di conquista. Nel 218 a.C. Roma fu impegnata nella seconda guerra punica contro la terribile Cartagine. All'avvistamento dell'esercito straniero il popolo corse alle armi, la battaglia durò tre giorni, alla quarta alba Taurinia fu conquistata, incendiata e distrutta, il popolo superstite nascosto, nel bosco della collina, attese l'avanzata dell'esercito punico per ritornare e ricostruire il villaggio.

Bibliografia
G. Colli, Storia d Torino - dalle origini a ai giorni nostri, Torino 2010
Www. Wikipedia.it

venerdì 8 marzo 2013

TORINOSETTE

Buongiorno,
Oggi è venerdì e per noi Torinesi, lettori del quotidiano La Stampa, il venerdì è anche TORINOSETTE, un supplemento al noto quotidiano che ci fa conoscere tutti gli appuntamenti settimanali della città. Lo leggo da sempre, e così farò una panoramica di questa mia lettura mattutina. Potete trovare tutto sul sito web www.lastampa.it/torinosette Venerdì 8 al Colosseo i Baustelle
Sabato 9 e Domenica 10 al Palaolimpico Eros Ramazzotti
Venerdì 8 e sabato 9 allo Spazio 211
rassegna "Pagella non solo rock"
Sabato 9 al Blah Blah - Edible Woman e Flora e Fauna
Venerdì 8 allo United Club - al piano superiore gli Zeus, Backing Band Project e Mocmoc Laika e al piano inferiore concerti dei Fasti. Sabato 9 "di giostra in giostra" otto Band che suonano in contemporanea.
Venerdì 8 al Folck Club gli Oregon
Giovedì 14 marzo al Colosseo i Negrita
Sabato 9 Hiroshima Mon Amour i Modena City Ramblers
Sabato9 da Gilgamesh Mito Blus Band accompagnerà la " Battaglia delle Armoniche". Domenica 10 i Nine Below Zero
TEATRO DA NON PERDERE
L'8 al Concordia "Gli Innamorati" di Goldoni
Il 12 a Ciriè Milena Vukotic è Coco Chanel
Il 14 all'asta la Compagnia Maggiodanza
MISICA CLASSICA DA NON PERDERE
L'8 a Chivasso suona Accardo
Il 13 in Conseratorio l'addio alle scene del Quartetto di Tokio
APPUNTAMENTI
Dal 13 Marzo al Museo dell'Auto - L'Avvocato e le "sue" auto
Da venerdì 8 al Museo regionale di Scienze naturali - lo spettacolo della natura. Storie di scienza e di mondi da conservare.
Venerdì 8 per la FESTA DELLA DONNA tantissime iniziative in città!
Circolo dei Lettori "What Woman Want#2" serata di trucco e parrucco.
Hiroshima Mon Amour sfilata vintage, asta solidale e mercatino d' abiti usati per aiutare le donne del Senegal, Guatemala e Haiti.
Il Museo del Risparmio offre la possibilità di una visita gratuita.
Al Museo dell'Automobile, con la compagnia teatrale Cast visita guidata alla collezione con riferimenti al rapporto tra auto e universo femminile.
Al Cecchi Point "Face to Face" improvvisazione teatrale tutta al femminile.
Gam tour "La ragazza rossa di Modigliani e altre figure femminili".
A Palazzo Madama "le donne, i Cavalieri, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto..." Concerto corale che celebra la figura femminile.
Al Borgo Medioevale "In-Controtendenza. Un Bouquet fiorito".
MANGIARE E BERE
Venerdì 8 il tour "Il Bello delle Donne" con apericena nelle vie del Re.
Domenica 10 a La Perla di via Catania "Ho fatto l'uovo" golosa giornata in laboratorio (necessario ritagliare la scheda da TorinoSette e prenotare la partecipazione)
Lunedì 11 "c'era una volta il pane..." Lo chef Silvano Ilardo insegnerà a panificare in casa da Abcincucina.
Venerdì 8 le imprenditrici di Donna Impresa presenteranno alcune tra le migliori aziende al femminile della provincia in Piazza Palazzo di Città.
Domenica 9 giardini Cavour il mercato Campagna Amica.
Buon week end!!!

giovedì 7 marzo 2013

Conoscere Torino

Torino...quanti di noi posso dire di conoscerla veramente?
Io la sto riscoprendo piano piano...
Ecco perché nasce questo blog...
Un po' di storia, per chi l'avesse dimenticata, (e devo ringraziare tanti siti web e libri usati come fonte e talvolta non solo come ispirazione ma "rubacchiando" testi completi) le sue vie, le sue piazze, la sua architettura, piccoli scorci che ci affascinano quando camminando alziamo lo sguardo, rifugi dove perdersi nei propri pensieri e locali dove trascorrere piacevoli serate con gli amici, gli appuntamenti che ci propone, i suoi musei ed i suoi mercati, persone e personaggi che la abitano. Tutto questo fa di Torino una città meravigliosa, ordinata ma sempre in movimento, tranquilla ma vivace, riservata ma accogliente.
Il blog su Torino mancava ed eccolo qui per farci amare un po' di più questa città e per fare innamorare chi ancora non la conosce.