lunedì 22 aprile 2013

SPINA3

La “Spina” è un ambizioso progetto di costruire un unico boulevard che attraversi la città da nord a sud; la spina è anche usato come termine per indicare varie zone della città,  nel linguaggio comune le Spine 1, 2, 3 e 4 rappresentano, oltre che ad una parte del boulevard, anche la riqualificazione delle aree circostanti.
Delle quattro al Spina 3 occupa la superficie più ampia  ed è uno dei più grandi interventi del Piano Regolatore di Torino.
L’area è suddivisa in sette macrozone create in corrispondenza di altrettanti fabbricati dismessi intorno agli anni ottanta; i tre ex impianti delle ex Fiat Ferriere divenuta poi Teksid, gli stabilimenti Michelin, Paracchi, Fit Nole,Ingest e le Officine Savigliano.

Tra le opere realizzate L’Enviroment Park che sorge sulle aree ex Teksid, il complesso residenziale Isole nel Parco ove è situato uno degli edifici più alti della città, la residenza La Torre, il centro commerciale Dora che è sorto sull’area ex Michelin tra via Livoro, via Treviso e corso Umbria.  Nell’area ex Michelin Nord è stato anche realizzato il principale villaggio media per le Olimpiadi costituito  da due torri che si affacciano su Corso Mortara ed ora riconvertito a residenza popolare.
L’area Vitale racchiusa tra via Orvieto, via Verolengo, via Borgaro e corso Mortara, dove sorgevano le ferriere Teksid, è diventato un comprensorio terziario che comprende un ipermercato, l’Art Hotel Olympic, queste strutture si affacciano su una piazzetta pedonale interna.
Nell’area tra piazza Piero della Francesca, via Valdellatorre e via Nole è stata costruita la nuova Curia di Torino.
Il programma di riqualificazione Spina3 prevede anche la realizzazione del parco Dora, verrà anche in parte “stombato” il fiume Dora Riparia che fu interrato all’epoca dell’espansione industriale torinese nel tratto tra Via Livorno e Corso Principe Oddone.

Ph Luca Apiotti

giovedì 18 aprile 2013

Torino cent'anni di gialli veri


Fermarsi un attimo e leggere qualche pagina di un libro, in una piccola e tranquilla piazza potendo sorseggiare un caffè è uno dei piaceri della vita, ed oggi l'ho fatto. In piazza della Consolata con questo libro che ci racconta alcuni clamorosi casi di cronaca nera, dall’epoca dei lampioni a gas, quando le auto ancora non giravano per le vie della città, alle più sofisticate tecnologie, emergono delitti spaventosi, spesso sfociati in appassionanti processi e ce li racconta la penna di Renzo Rossotti, giornalista e scrittore, nato a Chieri nel 1930. Ha scritto svariati volumi su Torino, illustrandone gli aspetti più affascinanti e misteriosi.



lunedì 15 aprile 2013

Caffè Mulassano

La mia giornata è iniziata con un ottimo cappuccino ed è stato impossibile non farmi tentare anche da un delizioso croissant francese, perche ero in Piazza Castello 15, al Caffè Mulassano, un gioiello della città, un punto di ritrovo dove gustare un meraviglioso caffè o un the e in tutta tranquillità leggere un giornale, o dove prendere un aperitivo con il famoso Vermouth, primo locale di Torino ad essere eletto locale storico dall’Associazione Locali  Storici d’Italia

L’attività della ditta Mulassano comincia nella seconda metà dell’800 con l’apertura di una bottiglieria in via Nizza; l’allora proprietario Amilcare Mulassano, era titolare anche della  Distilleria Sacco, produttrice del famoso sciroppo di menta. Nel 1907 il locale fu trasferito nella centralissima piazza Castello e nel corso dei primi anni si trasformò in Caffè.


Nel 1925 il locale fu acquistato da Angela e Onorino Nebiolo per 300 mila lire. Tornati a Torino dagli Stati Uniti portarono una macchina che tostava il pane, così importarono per primi a Torino il toast. I coniugi lo vendettero nel 1938.
Negli anni ’70 l’allora titolare, Antonio Chessa, svolse un accurato restauro per far risplendere il caffè; la nipote di Chessa, Vanna, insieme al socio Patrizio Abrate, ne conserva oggi la tradizione e la cura.
Il locale si presenta piccolo, raccolto, accogliente e prezioso, nei suoi trentuno metri quadri il bronzo, il legno, l’ottone e la sue boiseries si moltiplicano attraverso un sapiente gioco di specchi; il Caffè Mulassano è uno scrigno prezioso, ogni particolare è curato con la stessa precisione che viene dedicata alla preparazione delle prelibatezze che si possono gustare al suo interno.
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Sulla parete che sta dietro il bancone, in alto a sinistra, è posizionato uno strano orologio con una sola lancetta e i numeri messi alla rinfusa. La lancetta è mossa elettricamente da un meccanismo segreto che si attiva mediante un pulsante posto alla casa. L’orologio pazzo serve a stabilire chi deve pagare il conto tra un gruppo di amici, chi realizza il numero più alto paga.

C'è una lanterna davanti al locale che non serve ad illuminare i  portici, ma bensì a segnalare a chi esce dal teatro Regio che il locale è aperto, infatti si accende solo nelle ore di apertura del Caffè
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Proprio qui al Caffè Mulassano nasce il tramezzino, chiamato così da Gabriele D’Annunzio, infatti all’interno del locale è posta una targa che recita “Nel 1926, la signora Angela Demichelis Nebiolo, inventò il tramezzino.”  Utilizzando il morbido pane per i toas pensarono di farcirlo e no n scaldarlo, dapprima in accompagnamento all’aperitivo, poi come pranzo veloce. Possiamo scegliere tra oltre trenta gusti!!!

Un caffè ricco di storia della nostra stupenda città, dove è d'obblogo fermarsi in qualunque momento della giornata, per una colazione, un pranzo, un the o un aperitivo, e per chi fosse lontano da Torino, visitate il sito web, vi farà sentire da Mulassano, o quantomeno vi verrà voglia di trovarvi li!!!

Tutte le bellissime foto non sono opera mia, ma prese direttamente dal sito.

giovedì 11 aprile 2013

Borgo Dora

Borgo Dora è una parte del quartiere Aurora, negli anni ’30 presentava l’antico aspetto dell’insediamento produttivo più importante della città, lungo il “canale dei Mulini” derivato dalla Dora, si stabilì dal tardo medioevo un primo nucleo di opifici dotati di ruote idrauliche; prese consistenza tra il ‘600 ed il ‘700.
Nel Borgo Dora avevano sede concerie, battitori da panno, peste da canapa e da olio; su essi dominava il grande complesso dei “Molassi”, i più importanti mulini per granaglie della città, di origine medioevale, ristrutturati nel ‘700. Inoltre vi erano due setifici costruiti alla fine del ‘600, considerati come le prime industrie del Regno Sabaudo, di cui oggi non rimane alcuna traccia.
Nel 1850 Borga Dora contava più di 20.000 abitanti, per gran parte operai, tanto da essere considerato il quartiere operaio più grande di Torino.
Nel 1832 a Borgo Dora apre la Piccola Casa della Divina Provvidenza, meglio conosciuta come il Cottolengo, dal nome del suo fondatore.
Nel 1964, su iniziativa di Ernesto Olivero, viene fondato a Torino il Sermig (Servizio Missionario Giovani) con l’obbiettivo di aiutare i bisognosi in città; nel 1983 il Sermig decide di investire sul quartiere che sta lentamente diventando uno dei simboli dell’immigrazione extracomunitaria e trasferisce la sua sede nell’ Arsenale della Pace, dove sorgeva la “Regia Polveriera”, un’antica fabbrica di armi.
Da alcuni anni si lavora alla riqualificazione del quartiere, in particolare nella zona di Porta Palazzo, apertura di diversi locali, il mercatino di Natale, il Gran Balon, la zona del mercato con il centro commerciale del PalaFuksas e, la nuova destinazione d’uso perle officine Fiat Grandi Motori tra corso Vercelli e Via Cuneo.

mercoledì 10 aprile 2013

Fetta di Polenta - Casa Scaccabarozzi

Passando per Corso San Maurizio non si può non notare Casa Scaccabarozzi, meglio nota a tutti noi come la Fetta di Polenta, questo nome deriva dal colore giallo e dalla singolare forma che assomiglia proprio ad una fetta di polenta.
Il nome Scaccabarozzi deriva dal nome della moglie dell'architetto Antonelli, che oltre a progettarla, vi abitò con la consorte per qualche anno.
Fu commissionata nel 1840, si dice più per scommessa che per reale esigenza, infatti le misure sono davvero singolri, 16 metri su via Giulia di Barolo, 4,35 metri su Corso san Maurizio ed appena 54 centimetri di parete ull'altro lato!!! L'edificio ha 9 piani, 2 interrati (alla profondità delle fondamenta si deve la stabilità dell'edificio) e 7, compreso il pian terreno, sono fuori terra; tutti i piani sono collegati da una stretta scala a forbice, così stretta che è impossibile portare i mobili ai vari piani, motivo per cui venne installata una carrucola all'ultimo piano. Da notare la particolarità delle finestre aggettanti per guadagnare spazio all'interno.
Forse è l'edificio abitativo più singolare di tutta la città, e dal genio dell'architetto che progettò la Mole Antonelliana, non potevamo aspettarci null'altro!!!

lunedì 8 aprile 2013

Piazza Castello - la Torre Littoria - ph Luca Appiotti

Piazza Castello è la principale piazza di Torino, il cuore del centro storico, ricca di importanti palazzi tra cui, Palazzo Reale e Palazzo Madama, il Teatro Regio, il Palazzo della Giunta Regionale, l’Armeria Reale, il Palazzo del Governo e la Biblioteca Reale, l’Archivio di Stato, la Chiesa di San Lorenzo e Palazzo Chiablese.

La piazza fu progettata da Ascanio Vitozzi nel 1584; danneggiata durante la guerra civile che insanguinò Torino negli anni 1637-1640, la piazza fu ricostruita da Maria Cristina di Francia , madre di Carlo Emanuele II di Savoia, che diede inizio ai lavori di Palazzo Madama.

Dopo l’incendio del 1811, per volere di Carlo Alberto, venne realizzata la cancellata in ferro fuso, su progetto di Pelagio Pelagi, tra il 1835 e il 1842.

In questa splendida piazza svetta la torre Littoria, il primo e più alto edificio della città, situato in via Battista Viotti, l’ubicazione fu decisa e motivata dal cantiere della nascente Via Roma, ma probabilmente anche dal desiderio di contrapporsi al potere monarchico. Il progetto nacque nel 1033 dall’architetto Armando Melis de Villa e dall’ingegnere Giovanni Bernocco.
Molti concordano nel dire che l’edificio, pur essendo un ottimo esempio di razionalismo italiano con richiami all'espressionismo tedesco, sia in disarmonia con l’elegante piazza barocca. Per questa ragione i torinesi concordano nel chiamarla “il dito del Duce”, “il pugno nell’occhio” e “la torre arrogante”.

Grazie alla splendida foto di Luca Appiotti la Torre Littoria sembra bella e armoniosa.

sabato 6 aprile 2013

21.30 Rai3 Metropoli - Torino

Su Rai tre stasera Valerio Massimo Manfredi pone una domanda "che cosa sarebbe oggi l'italia se fosse governata dalla monarchia Sabauda".
Ci presenta Torino come metropoli in evoluzione, tra passato e futuro.
Metropoli 21.30 Rai3

Porte aperte al Teatro Regio!!!

Il 10 Aprile del 1973 fu il grande giorno di riapertura del Teatro Regio dopo l'incendio del 1936, a 40 anni da quella data, si festeggia dalla mattina alla sera, dalle 10.30 il Teatro apre le porte con attività e intrattenimenti rivolti ad adulti e bambini.
La sera grande festa dalle 21 sound e ritmi anni '70, l'ingresso è libero, l'unica richiesta è il dress code, rigorosamente a tema, zeppe, cotonature eyeliner marcato...


giovedì 4 aprile 2013

Surfin' Torino

In questa grigia giornata di pioggia la Nostra Torino potrebbe apparire un po' triste e mi viene in mente il documentario di Boosta (dj e tastierista dei Subsonica) e Chiara Pacilli: Surfin' Torino, perché a Torino, dietro una collina, il mare c'è!
Surfin' Torino racconta la trasformazione da città industriale a città culturale e creativa, cadenzato dalle musiche degli Africa United, dei Fratelli di Soledad, dei Subsonica e di molti altri torinesi.
Una cavalcata sull'onda degli ultimi trent'anni con incontri e testimonianze, tra i molti Carlo Fruttero, Cristina Ti, Ugo Nespolo, John Elkann ci raccontano com'è cambiata Torino, la città che non sta mai ferma, che non smette di credere alla possibilità ed al sogno.
È passato qualche anno, ognuno di noi potrebbe arricchirlo ancora ed ancora, ma si parte da qui, da questa "surfata", guardate il trailer e fatevi incuriosire dalle parole di Boosta.
Buona visione!!!
http://www.youtube.com/watch?v=7kCxex1p2y8