giovedì 21 marzo 2013

Il fascismo a Torino

Nel 1927 Torino contava 550.000 abitanti e le industrie erano ben 12.000. Il lavoro non mancava e per dimostrarlo, nel 1928, organizzarono una grande mostra industriale e agricola che richiamò visitatori da tutta Italia. La crisi del 1929 fece aumentare il costo della vita, nel frattempo i salari ed i posti di lavoro diminuiscono. Gli affitti degli alloggi hanno un’impennata con pigioni, talvolta, quadruplicate.

Per diminuire la disoccupazione , Mussolini sollecita Giovanni Agnelli a dare inizio nel 1931 alla costruzione del primo tronco dell’autostrada Torino-Milano.
Nel 1933 si svolse a Torino la prima Mostra della Moda Italiana che idealmente si allacciava al mondo delle sartine e degli atelier torinesi, la rassegna fu ospitata nel Palazzo della Moda al Valentino e attirò i più importanti operatori del settore sia italiani che stranieri.
Gli anni che vanno dal 1933 al 1940 furono gli anni di maggior consenso al fascismo.
L'immigrazione veneta e meridionale portò a Torino nuove forze lavoro, ma creò anche problemi di occupazione, di alloggi e di salari.
Nel settembre del 1938 Mussolini, ideologicamente subalterno di Hitler, fece pubblicare il "Manifesto della Razza", che anticipò i decreti legge che estromisero gli ebrei da ogni incarico pubblico e li emarginarono dalla vita sociale. Gli ebrei residenti a Torino erano 3.600 e molti di essi non sfuggirono alle misure discriminanti e persecutorie. I giornali licenziarono i collaboratori ebrei, le scuole e le università estromisero gli insegnanti di razza ebraica, le case editrici tolsero dai cataloghi i nomi degli autori ebrei e sui libri cambiarono i loro nomi con nomi ariani.

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