giovedì 21 marzo 2013

Lo sviluppo industriale dei primi del '900

Con il 1864 si era chiuso il periodo più glorioso della storia torinese. Ma vent’anni dopo diede saggio di quanto valessero le sue iniziative e quanto fossero intraprendenti i torinese con l’Esposizione industriale del 1884 e confermò come considerassero la loro città la capitale morale della Nazione. L’Esposizione presentava tra le sue meraviglie una centrale elettrica . In occasione di questa Esposizione vennero costruiti sulle rive del Po il Castello e il Borgo Medioevale del Valentino, una rievocazione della vita e dell’architettura del medioevo.

Nel 1897 venne interamente elettrificata la rete tranviaria che migliorerà il servizio dei trasporti pubblici urbani su rotaia.

La città si era anche arricchita della Mole Antonelliana, che iniziati i lavori nel 1863 e durati 36 anni, era il più alto edificio in muratura d’Europa e resterà il simbolo più noto della città.

Nel 1861 la principale attività industriale della città era la lavorazione della seta con una ventina di manifatture, la maggiore era la Regia Manifattura Privilegiata sita in Borgo Dora. Nel 1880 si ebbe la creazione delle Officine Savigliano che producevano materiale per le ferrovie, nello stesso anno iniziò la produzione di cavi elettrici da parte del’azienda che poi negli anni successivi diventò la CEAT. Nel 1898 venne fondata la FIAT. Nel campo alimentare si fecero notare le industrie enologiche e dolciarie come Carpano, Cinzano, Martini, Cora, Soli e Rossi, Talmone, Caffarel Prochet e Venchi, le fabbriche di birra Bosio, Carascht, Metzger e Boringhieri e nel campo alimentare della conservazione delle verdure e della frutt Cirio. Nel 1909 Vincenzo Lancia fondò in borgo S. Paolo la sua fabbrica di automobili.

Nel 1902 un’altra mostra richiama l’attenzione, è la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna. Artisti di ogni parte del Mondo esposero a Torino le loro opere e vide l’affermarsi dell’Art Nouveau o Liberty in Italia.

Un’altra importante attività iniziò a Torino: la cinematografia. Nacque nel 1904 e gli stabilimenti di Itala-Film, Ambrosio e Pasquali s’imposero sul mercato internazionale. Tra le pellicole di maggior successo si ricorda “Cabiria” su soggetto e regia di Giovanni Pastore e didascalia di Gabriele D’Annunzio.

Il movimento sindacale mosse i suoi primi passi e nel 1891 venne costituita la Camera del Lavoro. Nascono anche i primi problemi sindacali e le prime agitazioni; ricordiamo quello del giugno 1911, quello delle giovani sarte torinesi degli oltre settecento ateliers che protestavano per i massacranti orari di lavoro, i luoghi disagevoli e i salari troppo bassi. Si parla anche di proletariato e di lotte di classe, alimentata anche dal divario delle condizioni di vita tra la borghesia e gli operai confinati nei quartieri periferici, che diventano il simbolo di un’emarginazione sociale.

Nel 1911 importantissima fu l’Esposizione Internazionale dedicata alla produzione industriale, studiata intorno all’area del Valentino ed i cui padiglioni vennero adibiti poi a sedi universitarie (possiamo notare infatti che gli edifici che ospitano parte della facoltà di medicina vicino a corso Massimo D’Azeglio sono sormontati da un minareto, essendo stati eretti per ospitare i padiglioni degli stati del Medio Oriente.

La Prima Guerra Mondiale, detta anche La Grande Guerra sorprese una Torino in pieno sviluppo industriale ed economico, nell’agosto 1917 la città visse, infatti, quattro giorni di tragedia. Una sommossa popolare motivata dalla scarsità di pane e dal prolungarsi della guerra scatenò la polizia e i soldati contro il popolo che si armò e si difese contro la repressione delle forze governative. Dal 21 al 24 agosto la città fu teatro di furiosi scontri e la proclamazione dello stato d’assedio irrigidì le due parti.

Tra l’autunno del 1918 e l’inverno 1919 Torino fu colpita dalla “spagnola”, terribile influenza che mietè numerose vittime, nella fase più acuta morirono in media quattrocento persone al giorno.

La vita culturale, politica e sociale torinese del dopoguerra fu caratterizzata da due grosse personalità: Piero Gobetti ed Antonio Gramsci. Il primo editore e direttore delle riviste “Energie Nuove”, “Il Baretti” e “La Rivoluzione Liberale”, mirò al rinnovamento di una nuova classe dirigente liberale ce soppiantasse l’èlite borghese, il secondo, giornalista e direttore dell’ “Ordine Nuovo”, organo del neo partito comunista d’Italia, fece della lotta di classe lo strumento per la conquista del potere. Saranno ambedue vittime della violenza del fascismo.

Torino nel settembre 1920 fu nuovamente teatro di gravi incidenti popolari, culminati con l’occupazione da parte degli operai delle fabbriche metallurgiche, prima delle quali la Fiat, seguita dalla Lancia, Itala e Garavani, alle quali seguirono la quasi totalità degli stabilimenti torinesi.

Le agitazioni sindacali, iniziate con l’obbiettivo di ottenere aumenti salariali, sfociarono , di fronte all’intransigenza degli industriali, alla occupazione degli stabilimenti proprio in un momento di recessione e di crisi economica generale. La vita sindacale e politica torinese sfocia in una grave episodio di violenza nel 1022, un militante comunista, in uno scontro con un gruppo di fascisti, provoca la more di due di essi, scatenando la feroce rappresaglia dei fascisti che semina il terrore in città e si conclude con la morte di undici cittadini.

Nel 1926 nasce l’aviazione torinese, la prima linea aerea collega Torino, Pavia, Venezia e Trieste. I velivoli utilizzati sono idrovolanti e la loro aerostazione è un idroscalo sul Po, al Valentino. Tre anni dopo, il primo settembre 1929, una seconda linea collegherà Torino a Milano e a Roma, con scalo all’aeroporto di Mirafiori.

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