Nel palazzo nacquero i sovrani Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II. Nel 1831 il palazzo venne ceduto al Demanio e vi alloggiò il Consiglio di Stato e la Direzione delle Poste.
Nel 1848 venne destinato a sede della Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino e l'architetto Carlo Sada ne modificò il salone delle feste.
Nel 1861 con il primo Parlamento Italiano l'architetto Amedeo Peyron inizio i lavori per ingrandire l'aula preposta per le riunioni, ma non venne mai utilizzata perché la Capitale venne trasferita a Firenze.Intanto, nel 1863 venne ampliato l'edificio verso Piazza Carlo Alberto su progetto dell'architetto Domenico Ferri.
L'edificio rappresenta una delle opere più importanti del Barocco piemontese. La stupenda facciata alterna tratti concavi e parti convesse.
I'imponente fregio presente sulla facciata "QVI NACQVE VITTORIO EMANUELE II" fu aggiunto nel 1884 da Carlo Ceppi.
La facciata posteriore è in stile eclettico, con pietra bianca e stucchi rosa, con lesene fastose e colonne.
Essa era la facciata interna del palazzo quando fu residenza sabauda, questa facciata affaccia su quello che era il giardino interno ed oggi è piazza Carlo Alberto, il palazzo sì raccordava tramite mura di cinta alla struttura delle scuderie, oggi Biblioteca Nazionale.
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